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#9 - LE RADICI NEL VELENO parte 2:  "quattro"

di Xel aka Joji

Typhoid aprì gli occhi..
Guardò le macchie di sangue che le chiazzavano le mani e le pulì leccandolo.
Si era ferita per raccogliere la rosa bianca, ma ora, i suoi petali, era diventati di un rosso accesso, come se attraverso le spine avesse assorbito il suo sangue.
Una rosa rossa tinta di sangue...
La rosa stava forse morendo?
Il suo sangue era forse come veleno?
Si appuntò la rosa al petto, penetrando le sue stesse carni con le spine, e poi si sdraiò, lasciando che il suo sguardo si perdesse nella contemplazione del cielo...

"Ciao Mary, ti ricordi di me?"
Mary alzò lo sguardo e vide una donna che la osservava sorridendo "Io... no..."
"Beh... allora lasciami presentare... Mi chiamo Ashley Kafka... sono qui per aiutarti, vuoi?" la donna le tese la mano.
Gli occhi di Mary divennero lucidi "Si... per favore..."
"Allora, parleremo un po'... Ma dovrò registrare tutto quello che diremo, ti va bene?"
"Uh... ecco.. si, penso di si..." mormorò Mary.
Ashley Kafka sorrise nuovamente "Molto bene.. vado prendere il registratore e sono subito da te.."
Cosi dicendo uscì dalla stanza, lasciando Mary a guardarsi intorno con occhi spaventati.

"Allora?" chiese Steen alla Kafka.
La donna si avvicinò alla sua borsa e ne trasse fuori una cartella "Non si ricorda di me... eppure qualche anno fa l'ho avuta in cura... A dir la verità la personalità con cui ebbi a che fare era Mary Walker e a quanto pare questa Mary non ha accesso ai suoi ricordi.."
"E come andò all'epoca?" chiese Clark.
"Ebbi il tempo di fare solo una seduta " la dottoressa iniziò a sfogliare la cartella "Dopo tre giorni scappò... Aveva sedotto una guardia, probabilmente si era trattato di Typhoid... Bloody l'avrebbe uccisa..."
"Pensa che riuscirà a farla parlare?" "Non saprei dirlo... Questa ragazza è più complessa di tutti i casi che mi sono finora presentati davanti..." mormorò Ashley chiudendo la cartella.
"beh.. l'importante è riuscire a cavare qualcosa su quello che è successo l'altra notte... Altrimenti arriveremo al processo senza niente in mano..." sbottò Steen." Solo una manciata di clienti sono sopravvissuti, ma non ho intenzione di lasciarli andare via... Le altre prostitute sono sotto Shock e la talpa che avevamo infiltrato è finito all'ospedale dopo aver preso una trave in testa..."
La donna guardò l'orologio "Ora devo andare.. Mi hanno assegnato il caso di quella madre e figlia rapite.."
Clark la guardò stranita "Perché a me non hanno detto niente? Prendo la giacca e vengo con te!"
"No.. Ho insistito io perché ti lasciassero seguire Mary... Tu rimani qui e non perderti una parola!" esclamò uscendo dalla stanza.
"La sua collega sembra nervosa..." commentò Ashley.
"Sarà a causa del caffè..." rispose Clark.
La dottoressa aprì la porta e tornò nella stanza con Mary.

La piccola Priscilla aprì gli occhi, ma non vide niente.
Era tutto buio, cercò di alzarsi, ma sentì qualcosa intorno ai polsi che la tenne a terra.
"Mamma..." cercò di dire, ma dalla bocca uscì un mugolio soffocato: aveva qualcosa sulle labbra che le impediva di parlare.
"Oh.. siamo già svegli?" fece una voce e la luce inondò la stanza.
La bambina si sentì per un attimo accecata, poi si abituò di nuovo alla luce e si accorse di essere in una cantina, con un grosso faro puntato contro.
Accanto a lei giaceva la madre priva di sensi: entrambe avevano le mani strette in un paio di braccialetti d'acciaio, legate al terreno da una catena
Inoltre, tutte due era completamente nude.
Un uomo si avvicinò alle due.
Priscilla lo riconobbe: era l'idraulico, l'uomo che aveva colpito sua madre e le aveva portate via di casa.
La piccola scoppiò in lacrime e cercò di richiamare l'attenzione della madre.
L'uomo sorrise "Povera piccola... la mamma non ti ascolta? Che mamma cattiva.. non ti preoccupare.. ora ci pensa lo zio Stephen.." raccolse da terra una stun gun e l'avvicinò alla donna.
Una carica ne attraversò il corpo all'instante, Sara strabuzzo gli occhi e lanciò un urlo che venne soffocato dallo scotch che le tappava la bocca.
Stephen sorrise "Abbiamo una dormigliona qua! Finalmente ti sei svegliata!"
Sara si guardò intorno, con gli occhi tinti di terrore, non riuscì a fare altro che avvicinarsi alla figlia.
"Che teneri.. madre e figlia... avete paura?" chiese Stephen "Non preoccupatevi... non vi farò male... per ora..."

La ragazza aveva tirato su le gambe, poggiando i talloni sulla sedia e nascondeva il volto dietro alle ginocchia.
"Mary?" chiese Ashley sedendosi davanti a lei: pose il registratore sul tavolo premendo il tasto per la registrazione.
"No..."
"Forse sto parlando con Mary Walker.. o Typhoid?"
La ragazza alzò gli occhi, puntavano la Kafka con odio "Tsk... La santarellina, l'emancipata e la troietta... Le ucciderò tutte tre... e alla fine resterà solo Bloody Mary..."
Ashley lanciò un sospiro: di tutte le personalità doveva cominciare proprio con quella più difficile "Bloody.. vuoi raccontarmi qualcosa di te? Qual'é il tuo primo ricordo dell'infanzia.."
La ragazza ci pensò un attimo"Sangue..."
"Di chi?"
"Di altri... è Typhoid quella nata nel suo stesso sangue.."
"Cosa intendi per nata nel suo stesso sangue..."
La ragazza sorrise senza rispondere.
"Cosa pensi delle tue altre personalità?"
"Te l'ho detto.. Mary è una santarellina senza spina dorsale, sa solo sbattere le ciglia su quegli occhioni dolci e piangere, è quella che ucciderò per prima, in modo lento, in modo da potermi godere tutto il suo piagnucolare... Walker è una rompiballe... è convita di essere un emblema dei valori femministi.. tanto brava a parlare solo perché non ha le palle per aprire il culo ai maschi, prima di ucciderla le strapperò la lingua... E Typhoid è una sgualdrina: è convinta che basti stendere un uomo a letto per poterlo dominare, lei me la tengo per un ultima... perché è la più tosta tra le tre..."
"Perché le vuoi uccidere?"
"Perché.." Bloody tacque un attimo, guardando innanzi a se con occhi vacui, come se stesso cercando ricordare qualcosa "Il sangue.. di una di loro.. è come veleno..."
"Cosa intendi per veleno?"
Bloody digrignò i denti "Smettila con questa cazzo di domande.. " si drizzò in piedi gettando la sedia a terra "E' meglio che sia tu la prima a morire!"
Il tavolo si scheggiò e i capelli della ragazza si sollevarono in aria.
"Attenta!" gridò Clark entrando di corsa nella stanza e sparando un dardo paralizzante alla schiena della ragazza.
Bloody lanciò un grido e si lasciò cadere a terra stremata.
"Sta bene?" chiese il detective raggiungendo Ashley: la donna era rimasta seduta senza battere ciglio.
"Si.. ci sono abituata..." mormorò la donna spegnendo il registratore "Forse è il caso di aspettare che si riprenda... ma non le avevate messo un inibitore di poteri?"
"Si...ma non capisco perché non ha funzionato..."
Ashley guardò la ragazza priva di sensi con occhi indagatori.

"Ti piacciono i Beatles?" chiese Stephen a Sara.
Era seduto davanti le due prigioniere, con un vecchissimo giradischi a batterie tra le gambe.
Vi poggiò sopra un vinile e le note di Penny lane riempirono la stanza.
"Allora.. ti piacciono?" ripeté l'uomo: Sara si limito a guardarlo con occhi lucidi ed espressione spaurita.
Stephen si alzò e picchiò la donna con il palmo della mano, poi l'afferrò per il capelli e le avvicinò il volto al viso "Quando faccio una domanda mi piace ricevere una risposta... è chiaro? Allora, ti piacciono i Beatles?"
La donna annuì.
Stephen prese il vinile tra le mani e la musica tacque.
L'uomo guardò il proprio riflesso distorto sul disco "A me fanno schifo..." con un colpo secco lo spezzò a metà.
Impugnò il frammento del disco come fosse una lama e ferì Sara sulla guancia.
"mi ricordano cose brutte..." mormorò l'uomo osservando le macchie di sangue sulla superficie del disco con occhi vacui.

"Va meglio ora?" chiese la Kafka.
Mary guardò il fumo uscire dalla grossa tazza di tè che aveva di fronte "Si.. grazie..."
L'afferrò e provò una sensazione di benessere al contatto con la tazza calda.
"Possiamo continuare a parlare?" Ashley le si sedette di fronte.
"Continuare?" Mary le lanciò un'occhiata indagatrici, poi lanciò un sospiro sconsolato "Una di loro.. ha preso il mio posto, vero?"
"Non ricordi quando succede?"
"Non sempre... io so che ci sono, ma non so cosa fanno, non so cosa pensano.. Ogni tanto, mi dicono le cose, sento le loro voci nella mia testa, ma niente di più..."
"Come sei finita a lavorare in quel locale?"
"Io... ero.. senza una casa... senza soldi... mi avevano avvicinato, mi avevano detto che facevano parte di una associazione che aiutava i bisognosi.. ma quando invece..."
Mary singhiozzò.
"Da quanto tempo eri li?"
"Non so.. forse un mese.. o qualcosa di più..."
"E in questo mese.. le altre cosa hanno fatto?"
"Forse... dormivano?"
"Dormivano? Capita spesso che dormano?"
"Di solito.. quando prendo le pillole.. loro dormono.. mi lasciano in pace..."
"E hai preso pillole in questo mese..."
"Io.. non.. so...l'unica cosa.. che so.. è che.. dormivano..."
"E come si sono svegliate?"
"Non lo so... io so solo.. che c'era Anna... era sporca.. di sangue.. i suoi capelli... lei li curava.. ci teneva così tanto.. erano.. sporchi..." si nascose il volto tra le mani e scoppiò in un pianto isterico.
"Forse... è meglio prenderci un altro momento di pausa... Che ne dici?"
L'unica risposta che ricevette furono i singhiozzi della ragazza.
Fece per spegnere il registratore, quando il pianto cessò.
Gli occhi della ragazza fecero capolino al di sopra delle mani, in loro ardeva una fiamma battagliera.
"Mary sarà anche una debole.. ma non è bello far piangere così una ragazza..."
"Suppongo di aver il piacere di parlare con Mary Walker... forse potrai aiutarmi a risolvere i miei dubbi..."
"Mi ricordo di te... quella volta, quando mi sono consegnata alla polizia.. mi hanno portato da te..."
"Si, sono la dottoressa Ashley Kafka...."
"Pensavo che mi avrebbero aiutata, invece mi hanno chiuso in una camera..."
"Ti avrei aiutata se me ne avresti data l'occasione..."
"Ho capito che non ho bisogno di essere aiutata.. devo aiutarmi da sola..."
"Come hai fatto la notte del massacro al locale?"
"Non sono stata io... non ne sarei capace, non ne ho la forza... e poi sono contraria alla violenza..."
"Non rimane che Typhoid.. è stata lei?"
"Si."
"tu hai coscienza delle tue diverse personalità, dico bene? Cosa mi puoi dire di loro?"
"Mary è debole e impaurita.. ha bisogno che qualcuno la protegga... la proteggerò io... Bloody è pazza da legare, pensa ce la soluzione ad ogni problema stia nella violenza... Typhoid..." la ragazza si fermò un attimo, le sue labbra ebbero un fremito "E' lei la più pericolosa di tutte... perché... Typhoid..."
"Perché è la più pericolosa?"
"Lei..." la ragazza tacque, chiuse gli occhi, portò le braccia al petto, il suo corpo sussultò.
La piccola lampadina che illuminava la stanza si fulminò, facendo calare il buio.
Il detective Clark entrò subito, con una torcia accesa in una mano e la pistola nell'altra "Che succede.."
La Kafka era rimasta immobile al suo posto "E' tutto a posto, credo.."
Steen puntò la torcia verso la sedia, la ragazza era ancora seduta li, aveva accavallato le gambe e temeva le mani sul ginocchio.
"Vuoi sapere qualcosa su di me, sorella? Perché non me lo chiedi direttamente?"
"Sei Typhoid?"
"Così mi chiamano..." lanciò un'occhiata a Steen "Ciao bel moretto, la pistola che in mano è l'unica che sai impugnare così bene? Perché avrei in mente una serie di giochetti che potremmo fare io e te.."
Il detective deglutì.
"Da quello che mi hanno detto le altre..." chiese come se niente fosse la Kafka "Deduco che sei stata tu ad uccidere tutti al bordello."
Typhoid si portò un dito sulle labbra, con l'espressione di chi stava pensando alla risposta "Potrebbe anche darsi..."
"i massacri di quel tipo non sono da te... cosa è successo a indurti ad agire in quel modo..."
"Quella gente mi faceva schifo." Rispose con voce squillante, come se stesse per scoppiare a ridere "Se mi vogliono scopare, possono farlo finché ne hanno voglia, tanto anche io mi diverto, ed in ogni caso sono sempre io a guidare il gioco... Per quanto si atteggino, gli uomini, ragionano solo con la testa che hanno nei pantaloni ed io mi sento liberissima di sfruttare questo mio vantaggio, fa parte del mio sentirmi donna... Ma quelli che stavano in quel locale, se ne sbattevano dell'identità di noi ragazze, eravamo solo pezzi di carne senz'anima fatti per compiacere i loro piaceri.. e basta. La nostra coscienza e i nostri desideri non avevano posto. Mi hanno fatto tutti schifo, dal primo momento che li ho visti, tramite gli occhi di Mary... ma era troppo stremata dai giorni di stenti, non potevo prendere possesso del suo corpo... ho dovuto aspettare che un trauma mi lasciasse via libera, ed allora li ho puniti tutti, ho dato loro quello che si meritavano."
"Ha registrato tutto?" chiese Clark.
"Si." Mormorò la Kafka.
"Lo useremo al processo contro quei bastardi... ovviamente anche Typhoid verrà processata, ma penso che le sue condizioni mentali saranno considerati da attenuanti.."

Qualche ora dopo, il detective Clark era seduto nel suo ufficio, con gli occhi fissi nel vuoto, Typhoid era stata ricondotta alla sua cella e Ashley Kafka stava penando ad alcune questioni burocratiche.
L'uomo non poteva fare a meno di rimuginare sulle sensazioni che aveva provato alla vista di Typhoid, il suo cuore aveva iniziato a battere a mille, non era riuscito a staccare gli occhi da quella donna neanche per un attimo, la sua bellezza così conturbante l'aveva ammaliato, il suo sorrise beffardo, le sue labbra morbide, i suoi occhi così profondi...
Scosse la testa per allontanare quei pensieri.
In quel momento entrò Steen: aveva un fascicolo tra le braccia ed un'espressione corrucciata in viso.
"Com'è andata con Mary?" chiese la donna sedendosi all'altro capo della scrivania.
"Uh.. bene... La Kafka è riuscita a farla parlare... abbiamo raccolto qualcosa che sarà utile durante il processo. E tu? Che mi dici?"
Steen fece scivolare in fascicolo verso il collega.
"L'ultimo contatto con la donna e la bambina sparite le ha avute il marito, stamattina, le ha lasciate in compagni dell'idraulico... Sembra ci sia stata una colluttazione." Steen Allungò una mano aprendo il fascicolo e mostrando la foto di un uomo al collega "Stephen Marsh, è stato identificato dalla descrizione del marito. Che tra l'altro corrisponde alla descrizione di un uomo coinvolto in due casi simili negli ultimi mesi in altri due stati. A farci supporre che si tratti proprio di Marsh c'è il fatto che si è fatto otto anni di galera dopo aver sequestrato, dieci anni fa, quattro donne in quattro occasioni diverse, con lo stesso Modus Operandi. E' uscito per buona condotta."
"Le altre donne.. le ha uccise tutte?" mormorò Clark sfogliando il fascicolo.
"Tutte, ognuno dopo sette prigionia.. tranne una..." Steen si alzò e si avvicinò alla finestra dell'ufficio "Solo una è sopravvissuta, e a giudicare da come si sono svolti fatti, sembra l'unica persona in grado di aiutarci a trovarlo..."
"Beh, allora cerchiamo di rintracciare questa ragazza..."
"Non sarà tanto difficile.... dato che si tratta di Mary Walker..."

Chiusa nella cella, sdraiata nella branda, Typhoid fissava il buio.
D'un tratto, senza motivo, sorrise.

#2-Quattro- end
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